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L'artista-pittore Daniele Menicucci

Sfogliando il catalogo delle opere dell'artista Daniele Menicucci è da notare principalmente la grande lungimiranza della vita in fermento che lui propone. Una vita vissuta e riprodotta in queste tele di artista pensatore che si concede momenti di inebriante talento quando dipinge donne-Champagne e le trasforma in icone della vita alla quale lui appartiene. Il percorso artistico come scrittore è da me ben conosciuto ed apprezzato infatti era già l'arte-bambina da lui individuata nel mondo che proponeva al protagonista del suo romanzo nelle valigetta ventiquattro ore che lo seguiva senza sosta. Era “arte” la sua compagna ideale, sempre posseduta anche se da pochi anni scoperta, una compagna importante sinonimo di estetica presente sempre nella persona che la possiede e mai pronta ad alcun tradimento di forma. E' dagli anni indaffarati della gioventù che il Professore Daniele Menicucci detiene questo talento e l'ha forse assorbito in quella Parigi da lui frequentata, ricordo i suoi numerosi spostamenti verso la docenza periodicamente da lui praticata in quella Francia che ha formato il suo essere di uomo e d'artista. La sua arte è un collegamento unico di intenti che spaziano fra letteratura e pittura come solo la Toscana e Firenze molte volte ha elargito con personaggi eccellenti che ancora oggi si possono ammirare e fra questi Daniele Menicucci ne è esponente ad un livello che lo immette nel giro mondiale della grande arte da lui praticata e già apprezzata da taluni ceppi di cultura diversa. L'artista si sporge dal “Tourbillion di images” in una singolare monodia rivolta verso il suo cielo, quello che detiene per le passioni profonde che gli detta il suo cuore ed esce così un sibilo acuto e delicato che investe tutto il talento che immette nelle sue tele: il ricordo dei personaggi incontrati, patrizi e plebei si intersecano in questo magma amoroso. Interessante l'accento che pone sul soggetto “donna-amore” un indicativo crescendo di impulsi recepiti anche telepaticamente dalla sua sensibilissima capacità di accedere a quel presupposto che indica sempre lo zenit dell'amore ideale. Un catalogo, questo dell'artista Daniele Menicucci da collocare come corollario di interesse sociale, in quanto sono enunciate le molteplici attività maschili e femminili che colgono l'interesse del campione umano da lui analizzato, oltre che artistico e di ideale bellezza. Come non meravigliarsi che un personaggio di interessi così elevati si soffermi su soggetti veramente ridotti ai margini del sociale come la coppia di bevitori da lui sapientemente raffigurata, successivamente osa trasportarsi in atmosfera surrealmente pregna di sovra naturale analizzando la donna-suora che aspira alla santità. Nelle sue raffigurazioni impera l'arte quella indescrivibile, palpabile solo dal pathos che questa produce, non è difficile perciò essere trascinati dal suo affabulante spirito trasmesso nelle sue tele a quella situazione di trans onirico che pervade chi ha la fortuna di osservare una sua personale o di visitare il suo studio pittorico che è pervaso di questa auree che l'artista possiede e trasmette a tutti coloro che si avvicinano alle sue opere pittoriche. Daniele Menicucci si differenzia così evidentemente dal massa dei post moderni per denunciare nella sua ricerca pittorica un proprio stile esistenziale al quale assiste e dal quale è stato coinvolto tutta la vita. Facile il paragone con un irraggiungibile Modigliani, le Veneri del Menicucci proposte ed interpretate in altra dimensione lo possono ricordare idealmente trainate dal cocente ricordo che attanaglia quasi tutti gli artisti, ma qui riproposto nella cruda realtà delle tele del Menicucci perché è solo un illusione l'abbinamento alle Veneri del grande Amedeo. Menicucci le trasporta temporalmente nella sua dimensione di terzo millennio con loro scheletriche mise sessualmente proposte in questo contesto di ideali e raggiungibili bellezze di questa scalata mentale e sociale che è sotto l'osservazione del nostro attuale genere umano.

                                                                                                              Lilly Brogi

01/03/2017

Dell'amore e atro

Liriche d’amore

Liriche d’amore quelle che sgorgano dalla penna e dal cuore di Daniele Menicucci rivolte alla donna, che certamente è il fulcro di interesse di questo artista che si esibisce in immortali liriche curate verso la sua musa ispiratrice, sua gioia e certamente suo dolore talvolta perché ottimizzare un sentimento che dura una vita intera comporta altresì gioia e dolore.

Il poeta la ricorda giovane bella piena di desiderio vitale, una donna sempre capace di far sognare al di fuori del suo schema di santa suora o peccatrice, sempre presente e vitale nell’incontro e nella considerazione a lei dovuta.

Quante sconosciute hanno fatto vibrare e vibrano nel cuore del poeta! Un cuore sempre pronto a ricevere impulsi artistici benefici da queste muse sconosciute che si presentano al suo orizzonte di uomo affascinante ed affascinato dal ritmo stesso che gli incontri possono elargire alla sua anima che si libra costantemente in sogni, visioni e sensazioni erotiche e caste all’unisono.

Una tematica antica che Daniele Menicucci rinnova con la sua verve di moderno ed eccentrico artista enunciando sentimenti e imprimendo alla poesia quella cadenza essenziale e colta che esprime la sua prigione dorata di eterna adorazione e felicità per l’incontro con la sempre futura musa ispiratrice.

Il ritmo poetico è serrato e pregnante e non da tregua al lettore dal primo all’ultimo concetto che egli sapientemente introduce.

Liriche visionarie d’insieme elaborate dalla qualità umana di grande pittore che l’artista possiede e che fornisce senza riservo, arte pura che pulsa dalla terra al cielo per plaudire all’ammaliante immagine femminile che conserva questa Eva 2017 direttamente dal Paradiso terrestre per il quale fu creata e Daniele Menicucci la ricolloca con le arti proprie di poeta e pittore.